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ALCUNE CURIOSITÀ SORPRENDENTI SULLA VILLA REALE DI MONZA

Amori, innovazioni, storie, alcune curiosità sulla Villa Reale di Monza.

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Hai capito il bell’Umberto…?

Sarà stato il baffo a manubrio, sarà stato il fascino del potere, sarà stato semplicemente l’amore. Questo non lo sapremo mai ma sappiamo della love story tra il re Umberto I e la duchessa Eugenia Litta.

Quando si trovava a Monza,  il re si recava tutti i pomeriggi a casa della duchessa che abitata poco lontano. Una storia duratura, iniziata ancora prima che Umberto sposasse Margherita, di cui Eugenia era una delle dame di compagnia.

Eugenia era una donna fuori dal comune, tanto che si dice fosse la terza più bella d’Europa. E bisogna ammettere che è anche merito suo se re Umberto soggiornò così spesso a Monza e volle trasformare la Villa in quel gioiello che oggi possiamo osservare.

 

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Avanti c’è spazio!

Beh non proprio. Dovete sapere che la Villa Reale ha oltre 740 stanze per un totale di 22 mila metri quadrati. Ma con tutto questo spazio la Villa poteva accogliere solo 5 principi alla volta (con tutto il loro seguito).

 

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Accendi la luce!

Fa un certo effetto pensare che la Villa Reale di Monza è stata uno dei primi edifici al mondo in cui qualcuno ha potuto accendere la luce attraverso un interruttore elettrico. Infatti, solo un anno dopo che a Milano fu costruita la centrale elettrica, la corrente prodotta in Piazza Duomo era già arrivata nei saloni della Villa.

 

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Lunga vita al re!

L’uccisione di Umberto I davanti alla Villa Reale turbò molto la monarchia. Per questo suo figlio Vittorio Emanuele III volle sondare subito quale fosse l’umore del popolo nei confronti della monarchia. Per farlo ricorse a una sorta di referendum. Mandò a tutti i comuni del regno una cartolina con un messaggio di sostegno alla monarchia e chiese al popolo di firmare nella parte retrostante. In poco tempo raccolse ben 100.000 firme. Ovviamente a firmare furono soprattutto nobili e alti borghesi ma comunque l’obiettivo fu raggiunto. Queste cartoline sono conservate in un enorme libro dorato nella sala del trono di Villa Reale.

 

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Tutti a caccia!

L’amore per la caccia era una passione che accomunava molti esponenti della nobiltà europea. E Umberto non era da meno. Il grande parco di Monza si presta egregiamente a questa attività e veniva “popolato” di animali da caccia ogni volta che il re organizzava una battuta. Si dice che Umberto non tornasse mai senza almeno 30 capi di selvaggina. Il suo amore per la caccia era tale che decise di vivere nell’ala sud della Villa, e non nel corpo centrale come era usanza, proprio per stare più vicino alle scuderie.

 

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Spogliatela!

Durante la sua storia il futuro della Villa fu più volte messo a rischio e le sue stanze spogliate degli arredi.

La prima volta fu con i francesi che, dopo aver scacciato gli austriaci, volevano abbattere questa dimora simbolo del potere degli Asburgo. Napoleone ordinò di spogliare la Villa, vendere i suoi mobili e distruggerla. Fortunatamente non andò così. Anzi, in Villa si stabilì il figliastro di Napoleone Eugenio di Beauharnais, viceré d’Italia. E fu proprio lui a istituire il parco che ha reso celebre questa dimora.

In tempi più recenti, la sorte della Villa sembrava nuovamente segnata dopo l’attentato a Umberto I. Il figlio Vittorio Emanuele III diede l’ordine di murare gli appartamenti del padre e in pochi giorni oltre 125.000 oggetti furono portati via. A differenza del padre, il nuovo re non amava la reggia e così iniziò un lento processo di abbandono.

Nei decenni successivi la Villa ospitò sfollati di guerra e verso la fine del ‘900 le mostre internazionali di arredamento che danneggiarono ulteriormente la struttura. Fortunatamente, il restauro conclusosi nel 2014 ha finalmente ridato alla Villa la dignità e lo splendore che gli spetta, e che tutti possiamo ora ammirare.